" Vorrei doverLe dire sempre “ Sì Padrona “, leccare in terra per devozione e mostraLe la mia obbedienza, mangiare in una ciotola come il cane che sono e obbedirLe a vita, senza poter dire nulla circa le Sue decisioni, ed essere solo e null'altro che il Suo cane, verme strisciante, destinato a vivere per sempre sotto i Suoi piedi” .
Questo era il testo dell'sms che Le avevo scritto nel pomeriggio mentre ero sul letto a leggere e riprendere le forze, dopo una notte passata dormendo poco e male, avvilito e mortificato dall'ennesima discussione con Lei, ma sempre affascinato dalla mia incontenibile esigenza di essere il Suo schiavo, pur sempre impegnato a combattere per ottenere da Lei quello che io consideravo il rispetto e soprattutto la considerazione, in quanto questa era l'impressione che avevo: che Lei alle volte dimenticasse che io esistevo, e che avevo esigenza di qualche attestazione di affetto come una frase scritta per sms, cosa che Lei sembrava non recepire.
Lo avevo scritto di getto, sotto l'onda della nostalgia che avevo delle Sue parole, dei Suoi atteggiamenti, per quanto indecisi e teneramente timidi, di sottomettermi ed umiliarmi. Spesso accadeva questo, Le scrivevo dal letto, dove mi rilassavo e la mia mente si abbandonava alla fantasia ed il desiderio di lei e della Sua dominazione scavava sempre più nel profondo in me.
Lei non aveva risposto, era seguito un silenzio alle mie parole trasmesse per telefono. Sapevo che era impegnata al lavoro, ma nemmeno una risposta sembrava una cosa un po' strana. Eppure non me ne preoccupai minimamente. Continuai a leggere il libro di Dan Brown e mi svegliai lentamente dal risposo pomeridiano, dopo una giornata passata a scuola a combattere per instillare un po' di saggezza nelle menti dei ragazzi che affollavano le classi dove insegnavo una disciplina tecnologico-informatica.
MI alzai e mi feci un caffé, volevo svegliarmi ed assaporare i dolcetti acquistati il giorno prima e sentire se la marmellata all'albicocca era del gusto giusto, intingendone uno nel caffé macchiato con del latte, come piaceva a me da sempre, da quando ragazzo, avevo gustato grandi tazze di latte macchiato di caffé, impegnato negli studi universitari.
Ero intento a gustare la bevanda, dopo averci intinto il dolcetto, che era risultato adeguato alle aspettative, quando il cellulare emise la vibrazione che mi avvertiva dell'arrivo di un sms.
Con la tazza in mano andai al telefono e vidi che effettivamente era arrivato un messaggio. Lo aprii e vidi che era Suo, della Signora: “Leggi l'email che ti ho mandato, verme schifoso e leggi bene. Fallo subito, stronzo; metti in pratica immediatamente, altrimenti farai i conti con Me!” Questo era il testo che leggevo e rileggevo, come incantato davanti allo schermo fluorescente del telefono.
Quando venivo apostrofato con un tono del genere mi si sentivo come se le gambe si fossero sciolte e stessi per cadere in ginocchio, affascinato e incapace di oppormi. Una sensazione di resa totale, ma fantastica e che vivevo sempre con una devozione che mi meravigliava ogni volta.
Mi scossi presto e impaziente accesi il mio computer portatile per collegarmi ad Internet e andare a leggere la posta elettronica.
Dopo pochi istanti di attesa lo schermo del PC mi rimandava alla maschera del provider di Posta Elettronica e stavo aprendo una nuova email appena giunta.
“La Tua Dea” era il mittente, ed il testo mi lasciò impietrito.
“Lurido verme hai osato alzare la tua testa di cazzo! Ora Mi hai stancato definitivamente!
Ti sei permesso di urlare e reclamare l'attenzione della Tua Dea, dicendo che non ne hai ed anzi rimproverandoMi perché a tuo dire ti domino troppo poco. Io sto facendo i Miei sforzi e tu non vedi un cazzo. Piccolo ometto di merda, stai sempre a lamentarti e rimproverare coLei che il Tuo Essere Superiore.
Vuoi essere uno schiavo? Vuoi essere dominato?
Bene ora ti metto io nelle condizioni di essere uno schiavo vero e di essere dominato, ma stavolta giochiamo a modo Mio.
Adesso ti dico io, cosa voglio.
Io voglio che tu scrivi un giuramento solenne a costo della tua vita di merda, di lurido piccolo vermetto schifoso.
Giuri di sottometterti a Me, tuo essere Superiore Assoluto, per sempre. Giuri di ubbidire e strisciare, letteralmente, sotto i Miei piedi, di asservire la tua testa di cazzo alla Mia Volontà superiore e Assoluta, di vivere in ginocchio davanti a Me, di sottometterti per sempre, senza nessuna possibilità di recesso e ripensamento alla Mia Autorità ed alla Mia volontà. Tu non possiederai più niente di niente, nulla. Nemmeno la vita che hai. Tu darai tutto a Me, per sempre. Io concederò a te piccolo vermetto strisciante, di usare quel che voglio e quando voglio. Avrai i soldi che servono per vivere e l'aria e quanto altro serve, ma solo quando e quanto Io stabilisco.
Tu non farai mai più nulla senza che Io ti autorizzi, dal cacare e pisciare a vestirti; non mangeria più nulla che decidi tu, tu non hai più alcuna volontà, sono Io sola che ti dico cosa mangiare e quando mangiare. E questo vale per ogni cosa della vita, quella piccola e misera vita che Io ti concedo di condurre, sotto i miei piedi. Mi darai del “Lei” per sempre ed in pubblico mi chiamerai “Signora” anche davanti a chi ti conosce. Mi cederai tutto, soldi, casa, vestiti, tutto. Tu non esisti se non come Mio servo e verme che striscia e Mi serve. Tu non avrai mai più sesso, se non quando e come lo decido Io. Le tue parole dovranno essere sempre e per sempre pieno di umiltà e rispetto e mi risponderai sempre soltanto “Sì Signora!”. I punti del cazzo che tanto ti pesa scrivere, ora saranno 100 per ogni infrazione e non più 30, visto che non ti mettono paura. Tu non avrai più alcun diritto. Tu ora diventi Mia proprietà e non hai più nemmeno diritto di parola se Io non te lo concedo.
Scriverai regole nuove che Io stabilisco. Le rispetterai pena pagamento di penalità e di soldi come punizione. Ogni volta che starai da me riceverai 50 frustate al mattino ed altrettante la sera e altrettante sculacciate.
Voglio che queste cose le scrivi e che giuri. Pensaci un giorno, hai tempo fino alla stessa ora di domani, rispondi e quello che rispondi ti impegna per tutta la vita fino alla morte. Se decidi di sì diventi Mio schiavo vero, in modo definitivo; altrimenti Mi perdi per sempre. Meglio stare senza te, piuttosto che lottare con uno che vuol essere schiavo e che rompe il cazzo, ma che non sa nemmeno cosa significhi essere uno schiavo! Aspetto una tua risposta e aspetto di vederti strisciare implorando perdono, verme schifoso e merdoso che non sei altro. Non osare telefonarMi prima di avermi risposto! UBBIDISCI SCHIAVO E STRISCIA IN TERRA!”
Rimasi impietrito dal tono e dal contenuto. Ora non scherzava più, ora anche Lei stava facendo sul serio! Non aveva mai usato quel tono e quelle parole così definitive e forti. Ero al tempo stesso intimorito ed affascinato, un po' dubbioso e nello stesso tempo irretito da quella email.
Avevo sognato tanto quel momento ed ora ne avevo paura come al tempo stesso ero ammaliato da ciò che mi si chiedeva.
Impegnarmi seriamente e definitivamente verso quel cammino di schiavitù che avevo sempre sognato e fantasticato.
Rimasi a leggere e rileggere l'email diverse volte ed affascinato immaginavo la Sua voce, ma nel contempo avevo paura di chiamarLa al telefono.
Mi misi a riflettere o almeno a far finta, perché dentro di me sapevo già che avevo deciso, sapevo già che non avrei fatto altro, ed ero convinto che anche Lei lo sapeva, avrei giurato e tutto sarebbe stato definitivo.
Passò un'ora e scrissi un sms al Suo numero: “Sì Signora! Striscerò per sempre sotto i Suoi piedi! “
Nemmeno qualche secondo dopo arrivò la Sua risposta: “Voglio il giuramento scritto a mano, stronzo!”
Presi un foglio e con la penna scrissi accuratamente e con attenzione quanto da lei richiesto e così consacrai la mia schiavitù definitiva sotto coLei che amo e a cui avevo chiesto infinite volte di concedermi ciò. Chiusi il foglio, lo misi in una busta e la inviai al Suo indirizzo di posta.
Un ulteriore sms: “Signora Le ho inviato la lettera via posta!” suggellò quell'atto. La risposta non si fece attendere anche ora:”Verme, ti voglio completamente nudo, mettiti in ginocchio con la fronte a terra e il telefono accanto. Aspetta che ti chiami quando deciderò Io e rifletti su quanto sei stronzo e su che nullità sei. Ubbidisci immediatamente stronzo!”.
Ubbidii e la notte mi sorprese in terra, con la fronte incollata al pavimento ed il telefono accanto, mentre tremavo di freddo, nell'attesa della Sua chiamata che non arrivava e che io desideravo come l'aria per respirare.